C’è stato un gran fermento intorno alla cresima di mia nipote, particolarmente per il suo abito: so che è stata una ricerca lunga, non andava bene niente (specie perchè mia nipote è di gusti difficilissimi) poi, finalmente, vengo a sapere che l’abito è stato trovato ed è di Elisabetta Franchi. Ripeto: una ragazzina di neanche tredici anni vestita Elisabetta Franchi! Penso: ma qui è proprio una faccenda seria!
Mio marito decide di spianare un abito che in realtà sarebbe dedicato agli eventi dalle 18 in poi (ma chi vuoi che lo sappia?). “Urca, allora la faccenda non è seria, è serissima”. Approfitto per buttarmi anch’io su Elisabetta Franchi e ordinare un abito che riescono a farmi arrivare nonostante i saldi; fa parte della collezione stupenda autunno inverno 2015/2016, tutta dal sapore giappo. Vado a prendere le calze velate perchè a capodanno ho notato che quelle coprenti van bene da giorno e ho rovinato un pochino il look: per occasioni speciali e cerimonie meglio quelle velate, appunto. Vado a sistemare il taglio dei capelli e le onde. Ok. Adesso ci sono anch’io.
Non avevo provato l’ensemble e, incredibilmente, al primo colpo, è andato tutto bene. Di solito devo approntare al volo un piano B e anche C. Stavolta no. Molto, MOLTO soddisfatta del risultato.
Avevo anche il cappotto perfetto, uno degli acquisti migliori che abbia fatto quest’inverno e l’ho pagato pure metà del suo prezzo!
Piccolo problema che, per i precisi come me, è stata una seccatura: ho lasciato in ufficio la sciarpa nera “buona”; ne ho dovuta prendere una di mio marito sempre nera ma…..con il logo dell’Adidas! Cioè: una sciarpa sportiva! Quindi, ogni volta che mi sono spogliata e rivestita, ho dovuto fare attenzione che il logo non facesse capolino!
Porto con me anche stola di ecopelo nel caso in cui al ricevimento non ci sia tanto caldo. Effetto meraviglioso, ovviamente molto elegante. Mamma che soddisfazione!
Partiamo alla volta di Este dove abita la nipotuzza con la famiglia; lungo la strada ci fermiamo per un rinforzino della colazione e quando scendiamo e ci dirigiamo verso il bar, nella mia testa, vedo la scena al rallentatore, dove tutti si voltano e ci ammirano.
A ben pensarci, però, avrei potuto chiedere dove si sarebbe tenuto il ricevimento. Che me credevo? Chez Maxim? In realtà si è tenuto in un’osteria – che sulla porta indicava anche la specifica di prosciutteria (?) – la cui atmosfera definirei informale. Il termine giusto, però, sarebbe “ruspante”.
Ecco, adesso immaginatevi me con una stola di pelo e mio marito in smoking in un posto ruspante.